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Sulla libertà

Oserei dire che la libertà è lobiettivo delluniverso. Mi sono chiesto spesso se l’universo non è,di fatto, alla ricerca della libertà. La formulazione della libertà come ricerca profonda esclusiva della società umana mi è sempre sembrata incompleta, e ho sempre pensato che ci dovesse essere qualche elemento correlato all’universo. Quando penso alla dualità particella-energia che è la pietra angolare dell’universo, senza esitazione evidenzierei che l’energia è libertà. Credo che la particella materiale sia un pacchetto di energia imprigionata. La luce è uno stato dell’energia. Possiamo negare che la luce possa liberamente fluire? Se i quanti vengono definiti come le più piccole particelle di energia, allora dobbiamo ammettere che la teoria quantica è in grado di spiegare quasi tutte le diversità. Sì, il movimento quantico è il potere creativo di ogni diversità. Non posso evitare di chiedermi se questo è il Dio che l’umanità ha sempre cercato. 

Quando sento dire che il sovra-universo è di carattere quantistico mi emoziono e sento che potrebbe davvero essere così. Ancora una volta, come ho detto un momento fa, non posso fare a meno di chiedermi se questo è ciò che è stato chiamato “la creatività esterna di Dio”. 

Penso che sia importante non essere egoisti quando si tratta di libertà e non cadere nel riduzionismo che restringe ogni libertà agli esseri umani.
Si può forse negare che lo svolazzare dell’uccello in gabbia sia uno svolazzare per la libertà? Che altro concetto potrebbe spiegare il cinguettio di un usignolo in gabbia,più bello di qualsiasi sinfonia, se non il desiderio di libertà? Si può spiegare la lotta delle donne,prime e ultime schiave,che hanno sperimentato la schiavitù più profonda della società umana,con altro che non sia la loro ricerca della libertà?Quando un brillante filosofo come Spinoza interpreta la libertà come la via d’uscita dall’ignoranza e come potere dell’intelletto,non sta dicendo la stessa cosa?
Quando analizziamo in modo critico la libertà sociale,questa breve introduzione vuole richiamare l’attenzione sulla profondità della questione. Anche definire la società come la natura dotata dell’intelligenza più sviluppata e concentrata contribuisce all’analisi della libertà. Così come si può dire che più una società si priva o è stata privata di questi valori tanto più è schiava. La libertà in senso stretto è la trascendenza della differenza tra noi e gli altri,caratterizzata dalla possibilità di essere condivisa da tutti. 

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*Definire la libertà come pluralità,diversificazione e differenziazione nell’universo renderà più facile spiegare la moralità sociale. La pluralità,
la diversificazione e la differenziazione,anche se solo implicitamente,sono indicative della capacità intrinseca di un essere intelligente di compiere delle scelte.
Il livello di intelligenza e di flessibilità nella società umana è il reale fondamento della costruzione sociale. In questo senso è opportuno definire la libertà anche come la forza della costruzione sociale, o atteggiamento morale,come è stato chiamato fin dalle prime comunità umane .La moralità sociale é possibile solo con la libertà. Più esattamente,la libertà è la fonte della moralità. La moralità può essere definita come lo stato solidificato della libertà,la tradizione della libertà o il codice della libertà. Se la scelta morale è basata sulla libertà,quando si analizza il nesso tra libertà e intelligenza,coscienza e ragione,diventa chiaro perché la moralità può essere definita come la coscienza collettiva di una società. Chiamare etica la moralità teorica ha senso solo in questo contesto. Non si può parlare di un’etica che non si basi sulla moralità della società. Indubbiamente una filosofia morale più competente,cioè l’etica,potrebbe derivare da esperienze morali,ma non ci può essere un’etica artificiale.
Anche la connessione tra politica sociale e libertà appare evidente. La sfera è l’area chiave in cui le menti lungimiranti si scontrano intensamente, nello sforzo di ottenere migliori risultati. In un certo senso è anche possibile definire quest’area come lo spazio in cui i soggetti partecipanti si rendono liberi attraverso l’arte della politica. Una società che non promuove e sviluppa politiche sociali deve capire che questo le si ritorcerà contro come privazione della libertà e dovrà pagarne il prezzo. È in questo senso che emerge il primato dell’arte della politica. Una società che non riesce a sviluppare la politica (il clan, la tribù, la nazione, la classe e perfino gli apparati di potere statali) è destinata al fallimento. Infatti non essere in grado di sviluppare la politica significa non conoscere la propria coscienza, i propri interessi vitali e la propria identità. Non ci può essere mancanza o fallimento più grande per qualsiasi società. Solo quando difendono i propri interessi,la propria identità e coscienza collettiva – in altre parole, quando sono impegnate nella lotta politica – si può dire che tali società chiedano libertà. Pretendere libertà in assenza di politica è un errore catastrofico. 

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*Per non stravolgere il rapporto tra politica e libertà è necessario distinguere in che modo differisce la politica (o, piuttosto, la sua mancanza) dal potere e dallo Stato e distinguere chiaramente una cosa dall’altra. Il potere e gli apparati statali possono avere delle strategie e delle tattiche ma, in senso stretto, non hanno una politica. In ogni caso il potere e lo Stato nascono solo quando viene negata la politica sociale. Dove la politica finisce il potere e le strutture statali sono al lavoro. Il potere e lo Stato sono 

il punto in cui la politica, e quindi la libertà, finisce. Si può solo accettare la situazione, obbedire, dare e prendere ordini; ci sono leggi e statuti. Il potere e gli Stati rappresentano la ragione congelata. Traggono sia la loro forza che la loro debolezza da questa qualità. Quindi le sfere del potere e dello Stato non sono aree dove la libertà può essere cercata o trovata. L’affermazione di Hegel che lo Stato è la vera sfera della libertà costituisce la base di tutte le teorie e le strutture oppressive della modernità. Il fascismo di Hitler è un buon esempio di dove questa prospettiva può portare. In effetti anche il socialismo, scientifico con Marx ed Engels come menti, concepisce il potere e lo Stato come strumenti fondamentali per costruire il socialismo. Questo li ha portati, inconsapevolmente, a dare il colpo finale alla libertà e, quindi, all’uguaglianza. 

A causa della loro natura i governanti e lo Stato, come strumenti di dominio, non rappresentano altro che l’eccedenza produttiva e il plusvalore ottenuti attraverso la coercizione, cioè un’altra modalità/faccia del capitale totale. Il capitale crea lo Stato e lo Stato il capitale. Lo stesso vale per qualsiasi apparato di potere. Così come la politica sociale genera libertà, il potere e lo Stato sono sfere in cui si perde la libertà. Il potere e le strutture statali possono forse rendere alcuni individui, gruppi o nazioni più ricchi e liberi, ma questo è possibile solo a scapito della povertà e della schiavitù di altre società. Il risultato è stato ogni tipo di distruzione, dalle guerre al genocidio. Nel sistema mondiale capitalista la politica ha subito la sua più grande sconfitta. 

*Il rapporto tra libertà e democrazia è ancora più complicato. Possiamo tranquillamente dire che l’intensità della loro relazione significa che si nutrono l’una dell’altra. La politica sociale è più concreta rispetto alla politica democratica. In quanto tale la politica democratica può essere 

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definita come la vera arte della libertà. In generale il rapporto tra uguaglianza e libertà è confuso. Il rapporto tra le due è complicato e problematico almeno quanto il loro rispettivo rapporto con la democrazia. Osserviamo che quando viene raggiunta la completa uguaglianza viene pagato un costo in termini di libertà. È stato spesso suggerito che non possono coesistere e che è necessario fare concessioni in un senso o nell’altro. 

Se vogliamo affrontare correttamente il problema è necessario spiegare la differenza tra i due concetti e, quindi, la differenza in natura di questi fenomeni. L’uguaglianza è soprattutto un concetto legale. Prevede individui e comunità che condividano gli stessi diritti indipendentemente dalle loro differenze. Tuttavia la diversità non è solo una caratteristica fondamentale dell’universo, ma anche della società. La diversità è un concetto incompatibile con l’uniformità del diritto. L’uguaglianza può essere significativa solo quando si basa sulle differenze. La ragione principale per cui l’interpretazione socialista dell’uguaglianza non è riuscita a guadagnar terreno è che non teneva conto della diversità. 

Una volta riconosciuto che la libertà dipende in gran parte dalla diversità, allora si può stabilire una connessione significativa tra uguaglianza e libertà in un contesto di diversità. Conciliare la liberà con l’uguaglianza
è uno dei principali obiettivi della politica sociale. 

*Dobbiamo accennare alla discussione tra i fautori della libertà individuale e i fautori della libertà collettiva. La modernità capitalista ha promosso la liberà individuale con un pesante costo per la collettività. La questione cruciale in una discussione sulla libertà è chiarire il ruolo dell’individualismo nella distruzione della società,soprattutto nella negazione della morale e della politica. Quando diciamo che una società atomizzata dall’individualismo non ha la forza di resistere agli apparati del capitale e del potere possiamo comprendere meglio la terribile minaccia che questo rappresenta per la questione sociale. Ovviamente non stiamo parlando dell’individualità o della necessità di non essere un individuo. Ciò che stiamo mettendo in discussione è il ruolo dell’idealizzazione ideologica dell’individualismo e del liberalismo che consumano la politica sociale e la libertà. 

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Abbiamo già parlato della libertà collettiva. Dobbiamo sottolineare che la stessa libertà, come l’individualismo, richiede che ogni comunità definisca la propria identità, difenda i suoi interessi e si adoperi per garantire la sicurezza. Questo è l’unico modo perché la libertà abbia un significato. Se la libertà individuale e quella collettiva si conciliano potremo parlare di un soddisfacente e ottimale ordine sociale libero. Anche se definite come opposte, l’esperienza del novecento ci ha dimostrato che esiste una forte somiglianza tra la libertà individuale promossa dal liberalismo e la libertà collettiva promossa dal socialismo reale. Entrambe sono opzioni liberali. Quando osserviamo i giochi di statalismo e privatizzazioni realizzati da queste due forze le questioni che stiamo osservando diventano più chiare. La società democratica fornisce il terreno più favorevole per l’armonizzazione delle libertà individuali e collettive, cosa che è diventata particolarmente evidente all’indomani delle crisi del modello individualista (liberismo selvaggio) e del modello collettivistico (socialismo dei faraoni) che hanno portato a terribili distruzioni nelXX secolo. Probabilmente la società democratica è il sistema sociopolitico più appropriato sia per trovare un equilibrio tra libertà individuali e collettive, sia per raggiungere una dimensione di uguaglianza nella diversità. 

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